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Concerto di Natale 2016

IL VOLO quest’anno, insieme al coro de Il Fiocco Rosso di Monza (www.corofioccorosso.org) e grazie anche alla collaborazione del Comune di Monticello Brianza, Don Gabriele Carena e il Gruppo Alpini di Torrevilla e molti sponsor locali, ha deciso di augurare un sereno Natale agli abitanti di Monticello Brianza con un concerto tenutosi in data 6 dicembre scorso.

Eravamo in tantissimi ad ascoltare i bellissimi canti, natalizi e non solo, de Il fiocco rosso di Monza, che ci ha deliziato con un’esibizione applauditissima in un’atmosfera suggestiva come quella della Chiesa di Santa Maria di Torrevilla.

Ma i festeggiamenti sono proseguiti fino a tardi brindando all’arrivo del Natale con Vin Brulè, caffè, panettoni e biscotti alla baita degli Alpini di Torrevilla.

Ma che Natale sarebbe senza Babbo Natale? Ed ecco, quindi, che ha fatto la sua comparsa il personaggio più amato dai bambini per consegnare loro regali e giocattoli.

La serata si è poi conclusa con un bellissimo momento di unione e allegria. Il Fiocco Rosso e gli Alpini, infatti, hanno interpretato per noi inaspettatamente i canti della tradizione brianzola.

Grazie da tutti noi a coloro che hanno reso possibile la serata: il comune di Monticello, Il Fiocco Rosso di Monza, il gruppo Alpini di Torrevilla, Don Gabriele Carena e tutti gli sponsor

Ma grazie anche a chi c’era e ha deciso di festeggiare con noi.

Buon Natale e buone feste da IL VOLO!

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1)Durante il concerto nella Chiesa di S. Maria             

2)Il Gruppo Alpini di Torrevilla.                     

3)Babbo Natale durante la consegna dei regali.

 

Il lavoro di Villa Ratti con le famiglie (di Marta Sconci)

Il percorso riabilitativo di Villa Ratti prevede un importante spazio di lavoro dedicato ai familiari degli ospiti. Il nucleo familiare di origine è considerato, infatti, attore fondamentale per il cambiamento della persona e il fatto che l’ospite si allontani da casa per la durata del percorso di cura non significa che i familiari vadano tenuti in disparte, tutt’altro. Lo scopo del loro coinvolgimento è, perlomeno, duplice: se da un lato la comprensione allargata del contesto di provenienza dell’ospite è fondamentale per capirne al meglio la storia, dall’altro la regolazione dei meccanismi sottostanti il funzionamento delle relazioni familiari è un’importante risorsa da sviluppare per sostenere il cambiamento nella sua interezza.

Per quanto riguarda il primo obiettivo, lo strumento principale di accesso alle informazioni consiste nei colloqui che si fanno con la famiglia all’inizio del periodo di assessment che comprende il primo mese dopo l’inizio del percorso in Comunità. Il primo colloquio avviene in presenza dell’ospite e ha due sguardi, uno rivolto al passato e alla ricostruzione della storia familiare, l’altro al futuro e alla visione che il nucleo ha dell’ospite e del progetto che si accinge a cominciare. Il secondo colloquio, invece, ha la funzione di spiegare ai familiari gli strumenti che la comunità mette a loro disposizione e a esplorare insieme i dubbi, le perplessità, i contenuti che caratterizzano gli inizi del percorso terapeutico riabilitativo.

Gli strumenti offerti per il raggiungimento del secondo obiettivo (gestione delle relazioni familiari) sono diversificati. Il lunedi mattina dalle 9.30 alle 10.30 è in funzione lo ‘sportello telefonico’, pensato per raccogliere le emergenze e le criticità (ma anche le note positive!) avvenute nel corso del fine settimana, quando ospite e familiari si incontrano e trascorrono del tempo insieme. Inoltre, si offre la possibilità di fare altri colloqui familiari dopo i primi due, laddove la comunità, l’ospite o i familiari stessi lo ritengano necessario in un momento del percorso. Infine, lo strumento principe del lavoro con le famiglie: il gruppo multifamiliare.

Il gruppo è composto dai familiari degli ospiti presenti al momento in comunità ed è condotto in presenza di un operatore comunitario, oltre alla terapeuta. Gli obiettivi del gruppo sono molteplici: innanzitutto, la condivisione. Ogni partecipante ha manifestato, nel tempo, la potenza insita nel rendersi conto del fatto che il proprio vissuto non sia unico e ‘condannato’, bensì esperito anche da altri e, spesso, superato: la sensazione di uscire dal guscio dell’invisibilità per scoprire che ci sono persone che hanno sperimentato il nostro stesso sentire è uno tra i primi meccanismi di innesco per il cambiamento. Infatti, poter raccontare le proprie difficoltà in un contesto che ascolta e condivide senza giudizio consente l’accesso, l’esplorazione e, di conseguenza, una più consapevole gestione dei momenti critici e delle emozioni ad essi correlate. In questo senso, anche la presenza di un operatore durante gli incontri si rivela preziosa per suggerire diversi interventi possibili. Alla fine del percorso, si dovrebbe essere maturata, quindi, una più ampia comprensione di sé e dell’altro (Bateman, Fonagy, 2006, 2010).

Nel progetto di lavoro tra comunità e famiglie, si prevede un sempre maggiore coinvolgimento di queste ultime nelle attività comunitarie, al fine di costruire un percorso in cui risultino vere co-protagoniste del cambiamento degli ospiti.

 

I vostri figli

… e una donna che aveva al seno un bambino disse: parlaci dei figli. Ed egli rispose:

I vostri figli non sono figli vostri…

sono i figli e le figlie della forza stessa della Vita.

Nascono per mezzo di voi, ma non da voi.

Dimorano con voi, tuttavia non vi appartengono.

Potete dar loro il vostro amore, ma non le vostre idee.

Potete dare una casa al loro corpo, ma non alla loro anima, perché la loro anima abita la casa dell’avvenire che voi non potete visitare nemmeno nei vostri sogni.

Potete sforzarvi di tenere il loro passo, ma non pretendere di renderli simili a voi, perché la vita non torna indietro, né può fermarsi a ieri.

Voi siete l’arco dal quale, come frecce vive, i vostri figli sono lanciati in avanti.

L’Arciere mira al bersaglio sul sentiero dell’infinito e vi tiene tesi con tutto il suo vigore affinché le sue frecce possano andare veloci e lontane.

Lasciatevi tendere con gioia nelle mani dell’Arciere, poiché egli ama in egual misura e le frecce che volano e l’arco che rimane saldo.

(Kahlil Gibran)

ARTICOLO DI: Marta Sconci

Villa Ratti: il punto di vista dei famigliari (di Paola Vimercati)

Sebbene non sia ancora chiara e definita l’eziopatogenesi del Disturbo Borderline di Personalità, è stato più volte sottolineato in letteratura come anche l’ambiente familiare possa contribuire al delinearsi e al perdurare di alcune difficoltà (Gunderson 2008; Bandelow et Al. 2005; Hoffman e Fruzzetti 2007) .

Inoltre, la presenza di un Disturbo di Personalità, coinvolge tutte le relazioni che la persona che ne soffre intreccia e soprattutto quelle familiari.

Per questi motivi il percorso comunitario, nella Comunità Terapeutico-Riabilitativa di Villa Ratti, è un progetto che coinvolge l’intero nucleo familiare e gli affetti più significativi che la persona ha all’esterno al fine di lavorare, non solo con il paziente, ma produrre effetti e cambiamenti favorevoli anche sull’ambiente di vita.

In particolare, nel campione di ospiti che hanno svolto un percorso a Villa Ratti risulta come  nel 44% delle famiglie si sono verificati episodi a forte intensità emotiva quali, ad esempio, un genitore abusato, uso patologico di sostanze alcoliche o psicotrope in ambito domestico, perdita di figure di riferimento, separazioni o divorzi.

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Grafico 1. Traumi all’interno della famiglia.

* La categoria “Altro” comprende traumi quali, incidenti, disoccupazione, trasferimenti, reati commessi da familiari stretti.

Questi episodi contribuiscono a delineare quello che viene chiamato “fattore di rischio familiare” ovvero aumentano la probabilità che si verifichino condizioni di stress o di malessere che potrebbero amplificare la possibilità di sviluppare un Disturbo di Personalità.

Risulta, quindi, di fondamentale importanza lavorare in modo integrato sia con l’ospite che con i suoi familiari attraverso numerosi strumenti che la comunità mette a disposizione:

  • Consultazioni Familiari,
  • Gruppi Multifamiliari,
  • Colloqui con i Medici Psicologi Clinici e con il Case Manager.

Inoltre, al fine di far emergere e dare valore al punto di vista del familiare, dopo sei mesi dall’ingresso e poco prima della dimissione, viene proposta un intervista che indaga la percezione dei cambiamenti da parte del familiare nell’ospite, il proprio pensiero circa il percorso comunitario, la difficoltà e l’ utilità dello stesso e la possibilità di dare eventuali rimandi sulla strutturazione del percorso.

Da un’analisi qualitativa di tali interviste ai familiari è possibile evidenziare gli aspetti maggiormente rilevati come “cambiamenti” nell’ospite ottenuti grazie al percorso comunitario.

In particolare tra i cambiamenti più citati quello relativo alla diminuzione dell’impulsività, fattore caratteristico del Disturbo Borderline di Personalità e che, nella maggior parte dei casi, può portare a numerose conseguenze: da una difficoltà nel mantenere costanza negli impegni fino anche alla messa in atto di comportamenti aggressivi.

A seguire, un cambiamento generalmente riportato, è quello relativo alla maggiore capacità di assumersi delle responsabilità e all’aumentata autonomia nello svolgere attività quotidiane. Questi sono due obiettivi molto importanti che il percorso comunitario propone all’ospite al fine di sperimentarsi in un ambiente protetto e il cui raggiungimento è previsto in maniera molto graduale.

Molti familiari, inoltre, riconoscono una aumentata abilità nel creare e mantenere relazioni sociali e nel ricercare e partecipare ad attività di svago nel tempo libero. Anche questo aspetto è fondamentale nel lavoro comunitario in quanto, talvolta, può esserci una notevole difficoltà nel gestire i momenti liberi o gli spazi “vuoti” che porta a mettere in atto condotte disfunzionali. Pertanto l’ospite viene accompagnato, con gradualità, ad acquisire sempre più autonomia nell’organizzazione del proprio tempo libero.

Altri cambiamenti riguardano un aumento della consapevolezza circa le proprie difficoltà, una maggior capacità di chiedere aiuto e la maggior sensibilità ai rimandi provenienti dal genitore stesso o da altre figure significative.

Tutti questi cambiamenti rappresentano ambiti di lavoro del percorso comunitario a Villa Ratti e sono considerati auspicabili e di grande importanza dalle persone che vivono con l’ospite e che lo accoglieranno e lo accompagneranno nelle sue esperienze di vita futura.

ARTICOLO DI:  Paola Vimercati*

*Comunità Terapeutica “Villa Ratti”, Centro Studi “Carlo Perris”; Cooperativa Il Volo Onlus, Monticello B. (LC)

BIBLIOGRAFIA

    • Gunderson J. G., La personalità borderline: una guida clinica, seconda edizione Cortina Editore, Milano, 2008.
    • Bandelow B., Krause J., Wedekind D., Broocks A., Hajak G., Rüther E., “Early traumatic life events, parental attitudes, family history, and birth risk factors in patients with borderline personality disorder and healthy controls” (2005).
    • Hoffman P. D., Fruzzetti A. E., “Advances in Interventions for Families with a Relative with a Personality Disorder Diagnosis” (2007)
    • Elliot R., Client Change Interview (1999) adattamento italiano di Di Nuovo (2000).

Cristina P: uno stage d’eccellenza

Cristina P., una delle nostre ospiti, da settembre a fine novembre, ha partecipato ad uno stage di tre mesi come cameriera presso il ristorante Da Vittorio immaginea Brusaporto, in provincia di Bergamo, una delle eccellenze della ristorazione italiana, che vanta tre stelle Michelin.

Lo stage fa parte del progetto “Impariamo dall’eccellenza”, ideato e supportato dalla Fondazione Allianz UMANA-MENTE con l’obiettivo di favorire la scoperta di nuovi talenti tra ragazzi in situazioni di difficoltà e con un passato difficile. Hanno, così, l’opportunità di imparare un mestiere stando a diretto contatto con le eccellenze nel campo della ristorazione.

Dal 2014 ad oggi, i ragazzi beneficiari del progetto sono stati 61, di cui 45 hanno trovato un’occupazione, 13 hanno proseguito gli studi o sono in cerca di occupazione e solo 3 hanno deciso di interrompere lo stage. Gli ottimi risultati del progetto ne mostrano la validità e l’efficacia e hanno permesso ad “Impariamo dall’eccellenza” di aggiudicarsi il titolo di Best practice nel campo sociale per l’occupazione giovanile.

Noi de IL VOLO siamo fieri di aver preso parte a questa iniziativa, ma lo siamo ancor di più della nostra Cristina, alla quale è stato offerto un contratto di lavoro che inizierà il prossimo 8 dicembre.

SCUSATE IL DISTURBO 2016 – VII edizione

Anche quest’anno IL VOLO è atterrato al PAC, Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, con SCUSATE IL DISTURBO, la tradizionale asta di beneficienza organizzata dalla Cooperativa.

Con orgoglio vi diciamo che la serata è stata un grande successo, avete partecipato in tantissimi, c’erano circa 250 persone che complessivamente hanno donato 67450 €, persino più di quanto sperassimo!

Questi fondi verranno interamente utilizzati per il reinserimento lavorativo dei giovani, perpetrato grazie alle borse lavoro che ci permettono di offrire loro l’occasione di sperimentarsi in un vero contesto lavorativo per accrescere la loro autostima e la sicurezza in se stessi, nonché fornire loro competenze professionali utili anche dopo la permanenza in comunità.

Ringraziamo gli illustri artisti che hanno collaborato alla nostra causa donando alcune delle loro opere, battute all’asta insieme a creazioni dei nostri ragazzi nate durante il laboratorio d’arte tenuto presso la cooperativa.

La serata è proseguita con un apprezzatissimo light dinner offerto da IL VOLO CATERING che ci ha permesso di raccontarvi dei nostri ragazzi e di come operiamo, ma soprattutto di come ci aiutate a rendere possibile tutto ciò.

Ringraziamo quindi tutti coloro che hanno partecipato alla serata, nonché il PAC per la splendida location e SOTHEBY’S per la professionalità.

 

Twister 2016

Il 10 settembre scorso IL VOLO e TROTTOLALAMENTE hanno salutato l’estate con una gioiosa serata in compagnia a Villa Ratti.

L’evento, iniziato nel pomeriggio e proseguito fino a sera, ha accontentato grandi e piccini.

Durante la serata c’è stato uno spettacolo ad opera dell’artista Rossana Maggi, “Chi trova cerca – Il viaggio di Olivia”, che ha allietato i bambini disegnando dal vivo.

Per accontentare anche i più grandi nel corso della serata si sono alternati tre gruppi musicali che hanno deliziato i presenti con le note del blues e del rock: i Barrell House, gli Hound Dogs e i PapayaS.

Per chiudere in bellezza e allegria, IL VOLO e TROTTOLALAMENTE hanno pensato ad una cena preparata dal Ristorante Il Granero e servito dalla Trattoria del Volo e dagli Alpini di Torrevilla.

L’estate si è quindi conclusa nel migliore dei modi e noi… vediamoci ancora il prossimo anno con questo e molti altri eventi!