Natale con IL VOLO

Questo Natale puoi scegliere dei regali speciali: i regali solidali de IL VOLO ONLUS che sostengono il percorso dei giovani con Disturbo Borderline della Personalità e le loro famiglie.

Sabato 8 dicembre e domenica 9 dicembre potrai trovare i nostri volontari al termine delle celebrazioni delle chiese di Monticello Brianza (Via XXIV Maggio, 4 ) e della frazione di Torrevilla  (Via IV Novembre, 7) e scegliere direttamente il tuo regalo natalizio tra: marmellate, sott’olio di zucca e peperoncino, miele e biscotti con crema di cioccolato e nocciole.

Se vuoi avere maggiori informazioni o non riuscissi a raggiungere Monticello Brianza proprio in quei giorni, scrivi a m.fontana@ilvolo.com e prenota i tuoi doni natalizi!

 

Quando un limite diventa un punto di forza

16 novembre…
Auditorium di Casatenovo…
Uno spettacolo di danza…

Poteva essere semplicemente una bella uscita, organizzata nell’ambito delle attività del tempo libero degli ospiti di Villa Ratti, ma lo spettacolo di danza di Simona Aztori, balleria e pittrice, è stato molto di più.
Oltre all’indiscutibile bravura di Simona, quello che ha lasciato il segno è stata la sua capacità di non farsi ingabbiare dentro un limite – l’assenza delle braccia -, ma anzi guardarlo semplicemente come un qualsiasi punto di partenza per fare ciò che si ama, farlo diventare un punto di forza.

Il suo coraggio, la sua determinazione e il suo messaggio sono arrivati forti e chiari: i limiti sono negli occhi di chi guarda….
I limiti li abbiamo sempre lasciati agli altri, noi avevamo altro da fare…

Una serata di grandi emozioni che alcuni ospiti raccontano così:

Lo spettacolo di Simona Aztori ci ha molto impressionato; siamo rimasti colpiti di come è possibile affrontare le diversità, andandone orgogliosi e di come si possa saper decostruire i vari giudizi sociali – ‘le etichette’. In lei abbiamo visto una grande forza vitale e ci ha lasciato la forte impressione che nella vita, quando lo si vuole, veramente è tutto possibile! La cosa che ci ha particolarmente sorpreso sta nella sua capacità di sapere ridere delle proprie difficoltà e lo vediamo come un punto fondamentale che passa dall’accettazione del proprio dolore per trasformarlo in un punto di forza e riuscire ad andare avanti nonostante i limiti altrui“. (Sara e Roby)

Mi ha colpita molto la sua forza di volontà, il fatto di raggiungere i proprio sogni e i propri obiettivi nonostante la sua disabilità. Ho visto un lei una carica e una voglia di fare pazzesca. E’ riuscita a trasmettermi veramente tanto e mi ha lasciato da pensare per diversi giorni. Se dovessi usare una sola parola sarebbe SORPRENDENTE“. (Giulia)

Sul piano tecnico artistico e coreografico l’espressione personale della ballerina è stata lo specchio di un baricentro difficile da tenere, frutto di un lavoro e ha comunicato una grande forza che si riflette nella speranza che si possa raggiungere il BELLO“. (Anna)

Sono stata molto emozionata e colpita dalla naturalezza di come si esprimeva nella sua quotidianità, di come gesticolava con i suoi arti inferiori e di come li chiamava. Penso sia una persona di grande cuore e che possa dare tanto e mi piacerebbe incontrarla ancora in futuro“. (Giulia)

In una realtà ridotta al giudizio per l’incomprensione delle diversità e quindi di carnefici e vittime, mi ha colpito come questa donna sia riuscita a ribaltare questo concetto e lotti contro gli sguardi giudiziali, fino a trasformare un limite in potenzialità“. (Maria)

Una serata speciale, insomma, che è andata oltre il bello dello spettacolo, facendoci riflettere sul senso del limite e sulla nostra volontà di non rimanerne imprigionati.

 

“Ma chi ha più creatività, un bambino o un adulto?” Workshop artistico a Villa Ratti

“Ma chi ha più creatività, un bambino o un adulto?”
Questa la prima domanda di uno dei partecipanti durante il workshop artistico, tenuto Lunedì 12 Novembre 2018 da Stefano Colombo, scrittore e direttore della rivista per bambini “La Nottola”.

Una domanda che forse non ha trovato risposta, ma che spiega fortemente il percorso che ha coinvolto i giovani ospiti della comunità terapeutica durante lo speciale workshop.
Un pomeriggio passato a riscoprire la propria creatività, attraverso un viaggio nel mondo dei “bambini”.
«Quello che andremo ad affrontare oggi è considerato normalmente materiale per bambini. Ma vi assicuro che può spiegare tante cose anche agli adulti, a tutti noi» afferma Stefano.

Da questa frase si parte subito con la prima attività: ritagliare e colorare l’ORSO, per poi presentarsi ed esporre ad alta voce i motivi delle proprie scelte.
Un momento di condivisione importante, soprattutto per rompere il ghiaccio con una figura nuova ed esterna.

 

– Orsi dei ragazzi e degli educatori

 

 

 

 

 

Conclusa questa prima fase introduttiva, con la visione di cortometraggi d’animazione si è cercato di capire cosa fosse la creatività e come poterla esprimere.
In aiuto dei partecipanti sono arrivati anche moltissimi albi illustrati; tutti hanno sfogliato i libri, conoscendo storie – riconoscendo in alcuni passaggi, momenti delle proprie storie di vita personale – e capendo come costruire una sceneggiatura per bambini.
Infatti l’obiettivo finale era quello di creare un proprio racconto, attività che si è svolta nella parte conclusiva della giornata.


«Ho visto grande concentrazione e impegno. Le opere sfornate dai ragazzi mi hanno lasciato veramente soddisfatto» riepiloga Stefano a fine workshop.
Un pomeriggio breve ma intenso, che ha permesso di mettere in gioco e di sperimentare la propria creatività.
«Oggi sono state fornite alcune basi, informazioni generali. Abbiamo gettato un seme, ora con pazienza ne aspetteremo i frutti

Un tirocinio di specializzazione può essere una danza?

Per Silvia, specializzanda in psicoterapia, la parola DANZA racchiude perfettamente la sua esperienza a Villa Ratti, che racconta così:

Riassumerei la mia esperienza di tirocinio di specializzazione in Villa Ratti con la parola danza: un po’ perché ho appena riletto quella parte del manuale “Trattamento cognitivo-comportamentale del disturbo borderline” (Marsha M. Linehan, 2011) in cui si parla proprio di come la terapia dialettico-comportamentale sia come una danza in cui «Bisogna corrispondere al partner, stargli vicino e seguirne le movenze, cercare di spingerlo un po’ oltre il suo equilibrio, continuando però a tenerlo con una mano per fornirgli una guida stabile e permettergli di rilassarsi e farsi trasportare dalla musica».

Un po’ perché io, il Dottor Damiano l’ho visto davvero danzare in quello studio!
Una danza sulle note delle emozioni, delle parole e delle non parole che gli ospiti ci hanno regalato.

Sono stata fortunata ad essere accolta nel cuore del lavoro di terapia individuale, durante i lavori in corso, quando la fatica e la sofferenza erano tante e si affrontavano e quando non se ne aveva assolutamente voglia.

Per fortuna, la voglia di entrare in quello spazio denso non mi è mai mancata.
All’inizio uscivo dalla stanza con le mani sudate e la testa affaticata, per non aver fatto nulla poi se non osservare con attenzione…ma quella danza mi prendeva, era impossibile distrarsi un solo attimo.

Tra i tanti che ho in mente, ricordo in particolare un momento in cui abbiamo condiviso con un’ospite in difficoltà (e chi non lo è, dannate relazioni??) alcuni requisiti importanti da tenere a mente nella scelta di un partner, soprattutto per quelle donne che hanno la tendenza a cercare partner
svalutanti/maltrattanti.
L’elenco diceva:

  • che sia rispettoso (fisicamente e verbalmente);
  • che svolga attività lavorativa o di studio;
  • che sia attraente;
  • che sia divertente;
  • che ricambi
  • che non abbia dipendenze da sostanze o da gioco.

Io per prima non me li sono dimenticata e li custodisco con cura, perché il confine tra compiere scelte adattive e disadattive è labile per tutti… e allora non ci resta che aggrapparci all’abilità di “pensarci su”, a quella cosa chiamata metacognizione che, come una mongolfiera, può aiutarci a staccare i piedi dalla pesantezza della terra e a guardarla un po’ dall’alto.

Con il passare dei mesi ho imparato a muovere i primi passi, il mal di testa è gradualmente diminuito, ma le emozioni sono rimaste in prima linea: ben presenti a ricordarci che lavoriamo con quelle degli ospiti, ma anche con le nostre.

Silvia Busti